“Era tutto un lavoro di incisiva caratterizzazione e denunzia, nella forma conversevole e caustica, che Gramsci realizzava per meglio assolvere al compito “grato al nostro spirito”, precisava, di “dire, sul muso a tanta illustre gente, dure ed amare verità, di sorpassare il coro delle voci plaudenti, con la nostra,
Noi, folli estremisti “Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione