Semplicemente “insieme”
Dici sempre che non scrivo mai nulla per Te, ma non dolerTi di questo, per quanto io abbia il vizio del racconto, amo conservare dei ritagli di riservatezza, e non sfodererò chissà quale ragione filosofica di questa scelta, dirò soltanto che ho ancora il privilegio di arrossire di certe cose, di saper ancora imbarazzarmi per gli aspetti più puri e gentili della mia sfera affettiva.
Stavolta però, sotto tua espressa richiesta, cercherò di superare l’imbarazzo e, dopo dodici anni di reciproca sopportazione, forse riuscirò a scriverTi quelle “due righe” di cui lamenti la carenza.
Sul letto scompigliato ti rovescio, dove attizzi la voglia che ho acceso. Dal tuo corpo, da me, salgo alla gloria: non sento angeli, ma vicino al cielo, d’un sudor d’agonia ricoperto, tutto si compie nella croce scelta. J. Saramago, Croce di Sant’Andrea
Amore mio,
quando il vinile girava sul piatto e la puntina saltava di solco in solco, nel salotto di casa mia, mentre fingevamo ancora di essere soltanto amici anche a noi stessi, certo non pensavo che avremmo passato tanta vita insieme, che avremmo influenzato le nostre scelte reciprocamente, che ci saremmo accompagnati e sostenuti per tanto difficile cammino.
Ancora mi commuove doverTi dire che avrei voluto meno dolore nel nostro percorso, che avrei voluto regalarTi maggiore serenità, quella normalità giovanile, fatta di spensieratezza, quella che il destino non ci ha concesso. Dici sempre che Ti ho dato molto di più, può darsi, ma io ho lasciato sempre la porta aperta e ogni giorno è stata una Tua scelta restare, forse perché sei molto più testardo di me.
Hai detto tutto Tu, del resto, io sono una persona capace di grande dolcezza, sono “dolce, ma non docile”, hai detto. E allora sono io che decido a chi concedere questa dolcezza, quando, come e perché. E poiché non sono docile, non è semplice camminare al mio fianco, per quanto io abbia una fame insaziabile d’amore, lo stesso che dono senza limiti, e gli altri si sentono decisamente minacciati dalla mia personalità, perché non sono docile appunto, non sono gestibile, piuttosto tendo a voler gestire.
Ma Tu, che non sei ugualmente docile, Tu che sei così forte nella tua unicità, così finemente intelligente, altrettanto creativo e passionale, Tu, così orgoglioso, solo Tu potevi reggere all’impatto con la mia personalità.
E amarsi allora è proprio rispettarsi nella propria essenza vitale, sostenendosi reciprocamente, perché annullarsi è la morte di ogni dinamismo, e l’amore è dinamico, si evolve, come tutte le cose vive del mondo.
Non dirò di più, mi pare fin troppo, il resto lo abbiamo vissuto, lo viviamo, lo vivremo.
Con rinnovato amore,
Stefi
Leggendo questa lettera, mi è sembrato di guardare dal buco della serratura. Non ho potuto fare a meno di apprezzare il modo in cui Stefania riesce a trasmettere i propri sentimenti. Non credo sia possibile scrivere meglio sia in senso letterario che nella espressione dei propri sentimenti.
Complimenti ed auguri a Matteo e Stefania.
Molto molto bello questo post!
Un abbraccio ad entrambi.
@Giacomo, ti ringrazio, per chi scrive è sempre molto importante arrivare al lettore, sia per i contenuti che per la forma. Grazie, sono stata semplicemente sincera. Comunque, le lettere che pubblico hanno per lo più un valore letterario, non avrei altrimenti bisogno di scrivere questi pensieri, li comunicherei e basta.
@Federico, grazie, salutami Stoccolma che mi manca tanto. Un forte abbraccio a te