Pillole dello “Stefania Pensiero” 30
Non è certo un buon segno, per la salute della Nazione, che il dibattito politico si schiacci su un penoso leaderismo di provincia, come per cercare di riempire un vuoto, di idee, di concetti, di proposte, di soluzioni, con un altro vuoto. Pare di assistere agli ultimi rantoli di un moribondo, chiamato Politica. S.C.
Comments
Io la vedo in modo un po’ diverso. Io credo che in Italia ci sia un bisogno folle di democrazia e penso che ogni occasione possa costituire una valvola di sfogo, un grido di disperazione per chiedere alla politica di ricominciare a fare Politica. Con le primarie io ho visto nuovamente una sorta di dibattito, una partecipazione ed una passione che non può essere tutta in mala fede. Meglio qualche piccolo concetto, qualche piccola proposta, piuttosto che la deriva totale.
Poi, se vogliamo isolare i metodi (dibattiti tv, spattacolarizzazioni varie etc) ed i personaggi in questione, c’è da essere molto molto critici (come non esserlo!), ma credo che in Italia non ci si possa permettere – adesso – di dire di no a tutto. Credo che in questa fase ci si debba accontentare davvero del meno peggio: personalmente non so nemmeno io cosa e chi possa essere, ma so anche che non è né Monti, né Grillo, né altri personaggi innominabili. Spero di essere riuscito a rendere bene la mia idea.
Baci! 😉
Mah, sai, le peggiori nefandezze, insegna la storia, sono state compiute da uomini acclamati da grandi partecipazioni democratiche che ne hanno espresso la preferenza. La Democrazia è dannosa laddove è come dare un fucile ad un bambino, non sono una fervente democratica, c’è prima da costruire un tessuto sociale in grado di saperla utilizzare la Democrazia.
Non credo che si possa fare un collegamento così diretto tra grandi partecipazioni democratiche e peggiori nefandezze, lo sai come e meglio di me. Sulla Democrazia hai piena ragione teorica, ma se in Italia – a livello pratico – non vanno bene le primarie, non vanno bene i tecnici, non va bene Grillo, non va bene Berlusconi…da dove (ri)partire, con chi, come?
Parafrasando la situazione dell’Ilva, io penso che si debba continuare a produrre ( = incoraggiare la partecipazione attiva, sperando diventi critica e consapevole) e al contempo risanare il marcio della società. Gatto che si morde la coda? Utopia? Molto probabilmente sì, ma altre vie d’uscita incruente non ne vedo francamente.