I grandi assenti
Stimati Direttore Silvia Calandrelli e conduttore Massimo Bernardini,
sono un’assidua telespettatrice del canale 54 RaiStoria, nonché un’appassionata amante della Storia, tanto da essermi laureata con una tesi in storia contemporanea e tutt’oggi, continuo a perseguire i miei studi che per ovvie ragioni in questi anni ho dovuto concentrare sulla Grande Guerra e su alcune figure specifiche relative a quegli anni.
Pur seguendo con estremo interesse i materiali che il vostro canale offre, sono profondamente delusa da alcune mancanze che debbo far rilevare per dovere morale nei confronti di coloro che più di altri hanno lasciato un segno determinante e indelebile nella Storia di questo Paese.
Mi riferisco in particolare al sacrificio del popolo sardo, popolazione che ha avuto le maggiori perdite militari nel corso del primo conflitto mondiale per le ragioni ideologiche e strategiche che conosciamo e per le quali mi permetto di segnalare la prof.ssa Giuseppina Fois dell’Università di Sassari per il suo grande lavoro di ricerca. Infatti, non si può non citare, a proposito della Grande Guerra con riferimento ai fronti italiani, la particolare partecipazione al conflitto della Brigata Sassari.
Inoltre, mi offende quasi la scarsa attenzione verso un’altra figura di spicco, ovvero il militare, il politico, lo scrittore e intellettuale Emilio Lussu, con rifermento non solo al suo ruolo militare nel primo conflitto e come autore del più tradotto e letto testo “Un anno sull’Altipiano” proprio a proposito di quegli scenari, ma nel trattare soprattutto il ruolo dello stesso in “Giustizia e Libertà”, che avete solo appena citato per la fuga da Lipari con Carlo Rosselli. Eppure Emilio Lussu e Carlo Rosselli furono un binomio inscindibile all’interno del Movimento, e fu proprio Lussu a prendere le redini di GL alla morte del Rosselli, dando un’impronta socialista definita e forte della stessa, come ben racconta il giornalista RAI e scrittore Giuseppe Fiori, credo vostra stimata conoscenza, o come ricostruisce pienamente il prof. Manlio Brigaglia.
Sia chiaro, la mia non vuole essere una critica al vostro lavoro che ripeto seguo, o al vostro materiale di ricostruzione al quale attingo, vi scrivo con profondo rispetto, ma ripeto, non posso lasciare che questo centenario riporti una memoria monca, dove appare quasi una rimozione collettiva l’assenza dal dibattito della figura che riporto e dell’immane tragedia sarda.
Sicura della vostra buona fede e della vostra attenzione futura a quanto umilmente vi prego di porre rimedio, porgo cordiali saluti.
Stefania Calledda
Consigliere con delega alla Cultura – Associazione culturale “Grazia Deledda” di Vicenza
Responsabile Giovani e Donne FASI (Federazione delle associazioni sarde in Italia) per Vicenza
PS AGGIORNAMENTO:
@MuliniaventoSC @FasiItalia Preso nota, anche perché la memoria della Grande Guerra dura per noi di @RaiStoria fino al 2018
— Massimo Bernardini (@MaxBernardini) 23 Luglio 2015
Benissimo!! speriamo che la segnalazione abbia un seguito.
Saluti
Angelino