Evocazioni autunnali, mentre piove
“Ma gli odori sono più vicini al frutto dei colori, hanno in sé qualcosa di concreto, di appropriabile che i colori non hanno.” Salvatore Satta, Il giorno del giudizio
Ammentos (Ricordi)
Quando piove insistentemente per pomeriggi interi, il clima si fa umido e le temperature iniziano a calare, guardo il battere incessante dell’acqua sulla strada e mi sento portar via.
Questo tempo novembrino mi riporta il profumo della cucina di mia madre che inforna “sos papassinos”, che a Nuoro si preparano per i primi giorni di novembre e si regalano ai bambini che bussano alle porte per chiedere “su mortu mortu”.
A noi bambini è dato il compito di rompere i gusci di noci, nocciole e mandorle, portate da mio padre dalla montagna. Riesco ancora a sentire il rumore del sasso che apre la noce sulle vecchie mattonelle della veranda, e a vedere la pioggia battente oltre la vetrata. E quando poi aspettiamo che cuociano, sul tavolo della cucina c’è un tè fumante e biscotti.
I miei autunni nuoresi sono tappeti di foglie lungo i viali, l’odore dei camini per i vicoli di Seuna, l’antico borgo contadino, che attraversavo per giungere alla Chiesa della Madonna delle Grazie, e lì, mi facevo invadere dall’aroma delle caldarroste che al chioschetto all’angolo potevi avere per poche lire in un cono di carta, mentre più in basso, i ragazzi s’accalcavano davanti ai cancelli del Cinema.
Non è esattamente nostalgia, è un grumo di ricordi che ha preso il ritmo della pioggia che cade, semplici evocazioni autunnali. S.C.
Qualche mese fa ho letto per la prima volta “Il giorno del giudizio” e la tua citazione è tra le frasi che più mi è rimasta impressa. Siamo autunnalmente simili io e te, credo.
Dopo aver letto il libro, che penso rileggerò presto, ho voglia di rivedere Nuoro e di immaginarmela com’era. Magari in vostra compagnia! 🙂
Fede, sarebbe bello.