Epidemia

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Non c’è pace in questo silenzio irreale.
È quiete di milioni di battaglie appena al disotto dell’invisibile.
È continuo accanirsi tra resa e resistenza l’epifania della vita.

È la storia del mondo,
biologica lotta per sopravvivere,
Una sola elica contro la supponenza della complessità,
altrettanto fragili, infinitamente piccoli,
ben altre miserie ci affliggono,
ben altre piaghe ci offendono.

Eppure è panico,
epidemico più di ogni altro fattore,
lupo e sciacallo in carestia.
Fatto Uomo, piangi la tua dispersione,
pellegrino distopico, è dunque giusta penitenza
per la tua vanità, tu così meschino, tu così pavido.

Piangi la tua solitudine,
quando a tacere è lo stridere del consumo e del lavoro, del traffico e della fatica.
Sei sempre stato solo, 
nell’impotenza che ti fa filo d’erba quando credevi di essere quercia.

Piuttosto eri solo cieco e ora cerchi di trovarti ancora Uomo tra gli Uomini.

Vicenza, marzo 2020
Stefania Calledda


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