D’Altri naufragi: le tappe del tour (2)

Cagliari: forma e sostanza

 

…

Io sono il lampo

che annuncia la tempesta,

il sasso

che precede la frana,

il boato

che chiama la valanga.

…

D’Altri naufragi, pag. 87

 

Durante la presentazione nuorese, ancor di più in quella cagliaritana, è stata più volte rimarcata una maggiore raffinatezza estetica, sia per quanto concerne l’aspetto esteriore, considerata la copertina, il formato del libro stesso, e tanti altri piccoli stratagemmi, sia a proposito dei contenuti, ovvero nella ricerca formale, nel gusto e attenzione verso la parola, tanto da divenire cifra per comprendere appieno il percorso intellettuale stesso.

“Le tue parole sono cose”, ha detto a Cagliari l’attore Senio Dattena, riflettendo su quanto aveva appena letto: nulla di astratto, le parole sono cose, materia, par quasi di poterle toccare. In questo Senio coglie quel materialismo gramsciano che da sempre mi accompagna: “il tuo Gramsci avrebbe apprezzato”, ha proseguito allora. Se le parole sono cose, se la forma è sostanza e aiuta la lettura, l’artificio retorico esplica più che nascondere e allora il metafisico sforzo creativo prende forma, si materializza appunto.

I naufragio, l’esondazione di un fiume, il treno, un volo, un’ala spezzata, una lepre alla tagliola, sono tutte figure che materializzano uno stato dell’essere:

 

Come il fiume

 

Come il fiume

riprende il suo letto

e punisce l’arroganza dell’umano,

impietoso moto d’acque,

e atterrisce, devasta e condanna,

cercando la sua foce

sicché mai fu più doloroso

il suo sbocco al mare,

percorrendo di morte e distruzione

la pianura,

così io mi riprendo la mia vita,

impetuosa vitalità

che squarcia l’esistente di eventi.

D’Altri naufragi, pag. 45

 

Ecco, la catastrofe prende forma, ma non ha un valore negativo, la catastrofe è un’occasione da cogliere: in questa naturale vitalità, per quanto distruttrice, c’è dà rilevare un’intensità che restituisce alla devastazione il valore propulsivo dell’esistenza. S.C.

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