Vicentini per caso
La Primavera all’improvviso Sanguini papaveri Riviera, piangi batuffoli dai tuoi pioppi, che il vento porta via. Nell’incanto delle vigne e dei campi ancora incolti, dove dimora il tarassaco, ci tieni sospesi in un altro tempo, e oltre la maglia delle rete non sai che cosa covano le tue
Dopo una settimana rinchiusa in casa, in malattia, sotto iniezioni di bentelan per lombosciatalgia, decido che è arrivato il momento di prendere un po’ d’aria. Così, ci diamo una spolverata, un po’ di trucco per uscire con un aspetto meno malaticcio, e via, verso il centro di Vicenza. Per
Siamo partiti dalla Sardegna con l’auto stracarica e pochi soldi in tasca, quanto necessario per sopravvivere in una terra lontana, una Laurea e tante speranze dei nostri genitori versate sui nostri conti bancari da studenti, il nostro giovane entusiasmo. Viviamo ancora nel bivano che ci ha accolti a tre
Una sera come tante, esci dall’ufficio che è già buio. È stato un inverno particolarmente rigido, soprattutto ci sono stati tanti, troppi giorni di intense nebbie, di quelle per cui ti sembra di andare verso l’ignoto, di quelle che i fendinebbia non sono mai serviti a nulla e ci
Riesco ancora a sorridere di questo provincialismo trasversale che ti vive sempre come elemento estraneo e incentra l’esistenza nel suo “piccolo mondo antico”. Del resto Fogazzaro lo conosceva bene il luogo che gli diede i natali e dunque non stupisce che il vicentino non riesca a “spiccare il volo”,