Pensieri sparsi

Un perfetto sconosciuto

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Sara era solita rinchiudersi nel suo studio, quando doveva riflettere su qualcosa. Non amava aprire le finestre e lasciava che la luce filtrasse dai fori dell’avvolgibile, trapassando i tendaggi. Così la stanza s’illuminava appena. Abbastanza, direbbe Sara, il tanto sufficiente da poter leggere i suoi giornali e i suoi

Questo Natale

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Il tempo non s’arresta e poco importa che il giorno già vissuto ci avvicini l’amara coppa d’acqua collocata dove incalza la sete della vita. Non conteggiamo i giorni già passati: è oggi che nasciamo. Solo adesso la vita inizia e, là, da noi lontana, la morte può stancarsi nell’attesa.

Malinconici adagi urbani

Riesco ancora a sorridere di questo provincialismo trasversale che ti vive sempre come elemento estraneo e incentra l’esistenza nel suo “piccolo mondo antico”. Del resto Fogazzaro lo conosceva bene il luogo che gli diede i natali e dunque non stupisce che il vicentino non riesca a “spiccare il volo”,

Pillole dello “Stefania Pensiero” 32

Ebbene sì, ho provato l’ebrezza di guidare sotto una tormenta di neve. Aspettare che tornassi da lavoro e guardassi Vicenza imbiancarsi dalla finestra pareva brutto. Pareva brutto farmi uscire da quel luogo malsano della bassa padovana dove tutti gli eventi atmosferici diventano piaghe d’Egitto! No dico, bella la neve,

A forza di vento …

Di ogni mia battaglia mi resta un gomitolo di fumo. Stefania Calledda, dicembre 2012   Carissima E., siamo in pausa pranzo. Ho già mangiato e ora ti rispondo perché il nostro carteggio mi attenua la tristezza che silenziosamente mi porto addosso. Sai, ho in mente un racconto, ho tante