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Montegalda 27/12/12 La Vita mi è apparsa sempre come una vertigine, e sporgendomi, ho corso il rischio di saltare. Se solo avessi avuto le ali. S.C. (Sul Moleskine, dopo la sbronza di Santo Stefano)
Il tempo non s’arresta e poco importa che il giorno già vissuto ci avvicini l’amara coppa d’acqua collocata dove incalza la sete della vita. Non conteggiamo i giorni già passati: è oggi che nasciamo. Solo adesso la vita inizia e, là, da noi lontana, la morte può stancarsi nell’attesa.
Una volta il mio compagno mi chiese: «Ma a te fa piacere che venga in visita, cioè che sia presente in ambulatorio?». La mia risposta fu «Sì, perché stai zitto». La frase può apparire brutale, secca e ruvida, ma è la risultante di una lunga osservazione e riflessione, nata
Riesco ancora a sorridere di questo provincialismo trasversale che ti vive sempre come elemento estraneo e incentra l’esistenza nel suo “piccolo mondo antico”. Del resto Fogazzaro lo conosceva bene il luogo che gli diede i natali e dunque non stupisce che il vicentino non riesca a “spiccare il volo”,
Ebbene sì, ho provato l’ebrezza di guidare sotto una tormenta di neve. Aspettare che tornassi da lavoro e guardassi Vicenza imbiancarsi dalla finestra pareva brutto. Pareva brutto farmi uscire da quel luogo malsano della bassa padovana dove tutti gli eventi atmosferici diventano piaghe d’Egitto! No dico, bella la neve,