Appunti gramsciani (5)
“I contadini e gli operai sardi della ‘brigata Sassari’ sono sottoposti ad una disciplina di ferro. Della brigata si è voluto fare un corpo puramente sardo, da tenere immune da ogni ‘contagio’ di idee e di atteggiamenti politici. Non si è svolta per la brigata quell’opera di istruzione elementare che si è svolta per gli altri corpi, quantunque i soldati, sbalzati dalla loro isola fin sul Carso e le nevi alpine, e posti accanto a forme di vita tanto diverse da quelle delle loro terre, fortemente sentissero il desiderio di leggere, di comprendere, e volessero imparare a scrivere, per poter, senza bisogno di intermediari, esprimere ai loro parenti lontani tutta la melanconia e la nostalgia del loro animo. Anche dopo l’armistizio, i soldati sardi continuano ad essere ‘in guerra’: marce forzate, duri servizi comandati e i ferri per ogni piccola infrazione. I signorotti sardi che, nei paesi e nelle città dell’isola, tengono il forte e intelligente contadino in conto di una bestia alla quale non si misurano i calci e le randellate mentre si misura il cibo frugale; i tristi signori che hanno diviso l’isola di Sardegna in tanti piccoli feudi fuori della legge e tormentano e sfruttano i contadini con ogni arte turpe e infame, aiutati da prefetti, da sottoprefetti, da pretori, da marescialli dei carabinieri; diventati ufficiali, continuano la loro attività. Il contadino sardo deve rimanere il ‘molente’ (asino), sulla groppa del quale il signore va a spasso. Il contadino sardo non è neppure uomo, per questi discendenti dei conquistatori aragonesi e pisani e continentali italiani (la borghesia sarda non è d’origine sarda , ma importata dalle varie epoche della storia). Un ufficiale non ebbe ritegno di pubblicare nel 1906 che egli compiangeva le donne sarde destinate a diventare mogli dei bruti contadini”
A. Gramsci, Scritti sulla Sardegna, antologia a cura di Guido Melis, Ilisso, Nuoro, 2008, pag. 80. Cfr. A. Gramsci, La Sardegna e il socialismo, ai compagni proletari sardi, in Avanti! (ed piem.), 13 luglio 1919.