Appunti gramsciani (4)
“Una delle facce più appariscenti e vistose del carattere italiano è l’ipocrisia. Ipocrisia in tutte le forme della vita: nella vita familiare, nella vita politica, negli affari. La sfiducia reciproca, il sottinteso sleale corrodono nel nostro paese tutte le forme di rapporti: i rapporti tra singolo e singolo, tra singolo e collettività. L’ipocrisia del carattere italiano è in dipendenza assoluta con la mancanza di libertà. È in fondo una forma di resistenza … Gli italiani per cancellare questa turpe macchia dal loro carattere avrebbero bisogno di libertà, di libertà sconfinata, avrebbero bisogno di maggiori garanzie per la loro indipendenza morale e per la loro integrità e sicurezza corporale” . Perché per Gramsci è mancato sempre in Italia “un ambiente di serietà, di lavoro effettivo e dignitoso intorno ai luminari della scienza della politica, della vita morale, della cultura, che pure sono nati in Italia e in italiano hanno scritto e parlato . (…)
Essi (i nostri avversari) non comprendono il nostro carattere [dei giovani socialisti], perché essi stessi non hanno carattere. Non comprendono che noi facciamo sul serio, che noi seriamente ci preoccupiamo di perseguire i nostri fini … non comprendono un contegno rettilineo, rigidamente coerente … non comprendono l’uomo di carattere, che i fatti e l’attualità pesa e giudica, non tanto in sé e per sé, quanto per la concatenazione che hanno col passato e con l’avvenire.”
Antonio Gramsci