Appunti gramsciani (1)

[Giornalismo integrale] Il tipo di giornalismo che si considera in queste note è quello che si potrebbe chiamare “integrale” (nel senso che acquisterà significato sempre più chiaro nel corso delle note stesse), cioè quello che non solo intende soddisfare tutti i bisogni (di una certa categoria) del suo pubblico, ma intende di creare e sviluppare questi bisogni e quindi di suscitare, in un certo senso, il suo pubblico e di estenderne progressivamente l’area. Se si esaminano tutte le forme di giornalismo e di attività pubblicistica-editoriale in genere esistenti, si vede che ognuna di esse presuppone altre forze da integrare o alle quali coordinarsi “meccanicamente”. Per svolgere criticamente l’argomento e studiarne tutti i lati, pare più opportuno (ai fini metodologici e didattici) presupporre un’altra situazione: che esisteva, come punto di partenza, un aggruppamento culturale (in senso lato) più o meno omogeneo, di un certo tipo, di un certo livello e specialmente con un certo orientamento generale e che su tale aggruppamento si voglia far leva per costruire un edificio culturale completo, autarchico, cominciando addirittura dalla lingua, cioè dal mezzo di espressione e di contatto reciproco. Tutto l’edifizio dovrebbe essere costruito secondo principi “razionali”, cioè funzionali, in quanto si hanno determinate premesse e di vogliono raggiungere determinate conseguenze. […]

Antonio Gramsci, Quaderni del carcere

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