Dell’identità
(Camminando per le vie di Nuoro)
Rendimi, vita mia,
quella forza che non ha bisogno del coraggio,
quella sicurezza che non ha bisogno dell’amore
e cammina da sola, per le strade del mondo,
quella caparbietà che non ha paura,
quella supponenza con il sopracciglio alzato per lo sdegno,
l’arroganza della consapevolezza:
sono questa falcata prepotente,
questo passo altero e questo pensiero
che morde e taglia,
questo dolore lontano dagli occhi e asciutto,
l’imbarazzo che vela la corazza,
questo mio agire convulso e disperato.
Rendimi, vita mia,
questa perduta identità,
che tra i sassi del selciato
è scivolata via e l’ho chiamata
e richiamata, gridando ai lati della strada.
Rendimi, vita mia,
la fiamma che accende l’indignazione,
la pianta che nutre la mia rabbia,
rendimi questa mia identità liberata
che spalanca le persiane
a questo albeggiare degli eventi.
Stefania Calledda, 28 febbraio 2010
Un ottimismo rabbioso e inquieto, ma che sa di libertà.
Questo mi viene da dire, e spero di non aver sbagliato il senso.
Perdona se non ho ancora risposto alla tua ultima email!
Un abbraccio.
Aspetto la tua lettera.
Sa soprattutto di riappropriazione della propria vita. C’è molta rabbia, molta disperazione, troppa, ancora.