La Sardegna raccontata a mia figlia
A Eleonora, perché sappia sempre dove sono le sue radici.
Cantano
le cicale, all’ombra dei ginepri,
la Sua storia millenaria,
scavata nella roccia a forza di marea,
e qui, nella polvere di ogni mancato temporale,
per questo rivolo morto,
tra lentisco e ginestre,
scorre il sangue tuo,
e per questa transumanza di nuvole
ha camminato la tua stirpe,
arrampicata come la radice del leccio
sul rovinoso precipizio,
disperata sopravvivenza di sughere prostrate dal Maestrale.
In seno
porti un cuore d’ambra e d’ossidiana
perché di tutto questo
resti memoria.
Stefania Calledda, agosto 2016
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Bella – bella – bella
Cinzia