Valeria, una di noi
Vicenza, 16/11/15
La mattina di sabato 14 novembre ci prepariamo per raggiungere Piacenza, dove ci aspettava l’incontro nazionale dei Giovani FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia).
Sui nostri smartphone, in tv, in radio, la drammatica vicenda parigina ci scuote e seguitiamo a cercare notizie, aggiornamenti, pezzi di verità, cerchiamo soprattutto nomi, luoghi.
Nelle ore del workshop, continuare i lavori appare come costringerci in una bolla irreale, fuori dal tempo e dalla Storia, e c’è chi attende un responso della Farnesina per un’amica lontana, chi continua a sbirciare lo scorrere delle notizie che arrivano da Parigi, stretti in un abbraccio solidale con i coetanei del Bataclan.
Valeria Solesin, italiana, veneziana, dispersa dicono i primi aggiornamenti, poi il drammatico verdetto: Valeria è tra le 132 vittime di quella folle notte, ancora tanti, troppi i feriti.
Per noi, che da tutta Italia quel giorno discutevamo di identità, tra sardi nati nell’isola e i ragazzi della seconda e terza generazione, attivi nelle proprie sedi, con l’orgoglio di essere ricchezza culturale, e prezioso supporto nella promozione della Sardegna, Parigi finisce per incombere e farsi più vicina, e Valeria è una di noi, una migrante che cercava la sua strada lontano da casa, risorsa importante per la ricerca e il progresso di tutti.
Valeria, veneziana, una dei tanti che sceglie di andare via, cittadina del mondo come ha scelto di essere in ambito accademico e nel volontariato: la conoscenza e la comprensione per definizione non possono avere confini. Sì, veneta lei e sardi i tanti che scelgono o sono costretti dalla contingenza a ricostruirsi in altri luoghi, spesso contribuendo con la loro intelligenza a creare bellezza, eccellenza, sviluppo.
A Piacenza più volte lo ricordiamo: la nuova emigrazione sarda è sempre più fatta di giovani come Valeria.
Valeria, una di noi, con la valigia sempre pronta e troppi aerei alle spalle e troppi ancora da prendere.
A Piacenza parliamo di Futuro, ci confrontiamo sul cambio generazionale che modificherà profondamente la FASI e il modo di fare rete tra gli emigrati sardi. Quel Futuro rubato ai giovani del Bataclan, i figli d’Europa, come lo siamo noi.
Valeria, una di noi, migranti senza precari barconi e valigie di cartone, ma una laurea magari, professionalità, creatività, intelligenze che la terra di origine non ha saputo sfruttare, sulle quali non ha saputo investire. Come Valeria, come tanti di noi.
Ciao Valeria, che la terra ti sia lieve.
Dott.ssa Stefania Calledda
Consigliere con delega alla Cultura dell’Associazione culturale “Grazia Deledda” di Vicenza
Responsabile GIOVANI e DONNE FASI- Nord Est per Vicenza