Appunti visivi della mia Sardegna Contemporanea
Chi come me ha una passione sviscerata per lo studio, in particolare per la storia e la filosofia, possiede una memoria fenomenale, che in certi casi costituisce un fardello, una condanna, una nemesi. Così accade di ricordare perfettamente date, suoni, colori, odori, visi, citazioni, espressioni, gesti, banalità come se si trattasse di svolte epocali.
Così è capitato, una sera, finita la mia seduta in palestra, che l’istruttrice mi salutasse con la frase “fai la brava”, che mi arrivò come uno sparo, un flash, che mi riportò indietro di un paio d’anni: quelle parole pesano di molti ricordi e mi trovai spiazzata e risposi con qualche secondo di ritardo, tanto ero stranita, e allora volli spezzare il rito che tante volte si era manifestato in terra sarda e dissi “cercherò”. È che quella consuetudine apparteneva a un’altra storia, un altro luogo, altri protagonisti, così mi sentii usurpata per un attimo di quel ricordo, di una cosa mia, di un’intimità.
Ci sono persone che nella tua vita passano rapidamente come i vagoni di un treno merci davanti ai tuoi occhi che attendono sul quel binario il tuo treno. E poi invece, ci sono persone che su quel treno ci salgono con te, che ti accompagnano per almeno un tratto del percorso e anche quando decidi di cambiare binario, di scegliere un’altra tratta, non puoi fare a meno di rievocare parole, cenni, immagini che furono.
Il mio compagno sostiene che ho l’abitudine di guardare le persone dritte negli occhi, con insistenza, come se fosse una sfida, e secondo la sua lettura, questo evidenzia come per me le persone siano tutte uguali, come non abbia paura di titoli, status e cose simili. Li guardo nella loro nuda verità, e gli occhi mi dicono molte cose. Ho memorizzato gli sguardi di coloro che sono saliti sul treno e mi riappaiono, come flashback, durante il mio cammino.
I miei appunti visivi della Sardegna Contemporanea sono fatti di questi sguardi e li riconosco, anche a un passaggio veloce e distratto, e ognuno di loro è carico di tanti ricordi e mi scuotono perché mi raccontano. S.C.