Perché Vendola non è un mio compagno
È di questi giorni la polemica a sinistra, scaturita da una dichiarazione di Nichi Vendola che intenderebbe mettere in soffitta l’uso della parola “compagno” e preferirebbe “amico”: «Nel Pci mi dicevano che non si doveva dire “amico”, che bisognava dire “compagno”. Ho passato tutta la vita a ripetermi questa frase. Ma ora ho capito che era una stronzata, perché è stato un alibi per molti crimini. Io preferisco stare con molti amici, che mi aiutano a crescere».
La cosa ha scatenato un putiferio, in particolare ne è nata una cocente discussione all’interno del suo stesso partito: ma del resto cosa ci si poteva aspettare da un partito che si è caratterizzato per la rinuncia simbolica alla “falce e martello”, che già preannunciava il taglio netto con le origini, che si è chiamato “Sinistra e libertà”, laddove il richiamo alla Sinistra riprende la mistificazione della contrapposizione tra destra e sinistra tipica dello Stato liberale, e quella “libertà”, ormai svuotata di ogni significato, usata da parte a parte perché se non puoi parlare di uguaglianza, parla almeno di libertà. E ancora, con questa peste del berlusconismo che ha infettato l’intera politica italiana, una peste che si chiama personalizzazione della politica, dove la leadership carismatica è diventata più importante dei programmi, delle idee, degli obiettivi di una costruzione collettiva e partecipata del bene comune: Vendola s’inserisce pienamente in questa degenerazione del sistema.
La parola “compagno” è connotativa e caratterizzante di un’appartenenza condivisa, certamente non partecipata da Vendola, che è culturale, intellettuale, storica, filosofica, prima ancora che sociale. “Amico” invece, risulta un termine ambiguo che ricorda le nefaste costruzioni moderne dello Stato liberale, quella contrapposizione “amico vs nemico” alla Carl Schmitt. Dunque, in quest’affermazione vendoliana non c’è nulla di avanguardistico, progressista: c’è un balzo indietro di anni luce che fa collocare il suo partito più a destra del PD che alla parola compagno non ha inteso rinunciare. Sarebbe il caso che la politica tornasse a pesare le parole.
Quando un partigiano, un sindacalista, un operaio, un liceale, mi chiamano compagna, rivendicano un percorso comune pur nella distanza generazionale, perché la critica marxiana e marxista ad oggi, rappresenta ancora la più intelligente, brillante analisi storico-materiale, al di là degli eccessi, degli errori e delle interpretazioni discutibili emersi, della realtà e del pensiero capitalista e liberista.
Per questi motivi Vendola non è un mio compagno e, a dire la verità, fatico a definirlo anche un mio amico.
S.C.
E’troppo facile dire sono stato travisato.la gravita’ delle affermazioni resta.deve assolutamente spiegare la gravissima frase”la parola compagno ha coperto molti crimini”.In effetti se consideriamo i crimini commessi da pseudo compagni tipo D’alema (1999,aggressione alla Jugoslavia ed altre nefandezze come la responsabilita’ nella cattura di Ochalan )possiamo davvero dire questi”compagni”suoi amici sono dei criminali.
Questo fenomeno della ritrattazione l’ho già visto, e non è ben accetto.
PECCATO!
Non ci salviamo più
Ai posteri l’ardua sentenza.
Oggi è tutta una baraonda,e a pensare che il nostro
problema di ieri,di oggi e perchè no anche di domani è
di non aver più ascoltato i VECCHI.
METTIAMOCI IN TESTA UNA COSA CHE UN VECCHIO
CHE MUORE E’ UNA BIBLIOTECA CHE BRUCIA e noi i
protagonisti attuali abbiamo fallito in tutto e con noi stesssi.
UN ERRORE MADORNALE.
Mi dispiace di dissentire dai compagni aldo e Stefania, ma trovo la frase di Vendola assolutamente in linea con il comune sentire. Non amo Vendola, mi sembra un affabulatore, ma non capisco qual è il problema ad avere degli amici e a fare affermazioni come quelle che ha fatto lui…un compagno deve avere solo compagni? E’ stato davvero così nei decenni scorsi? Non si doveva dissentire ai compagni solo perchè compagni? Si arrivava a questi picchi di settarismo? E chi decideva cosa giusto e cosa sbagliato? Che orrore. Non voglio pensarlo e rivendico la storia della sinistra italiana, che non merita di essere etichettata come quella dei “compagni, compagni” (quelli sovietici i crimini li hanno commessi eccome, nell’ ordine Berlino (assedio), Ungheria (rivoluzione), ancora Berlino (muro),Praga (primavera)). In Italia la sinistra è stata anche, e soprattutto, un fenomeno di progresso e consapevolezza che ha abbracciato anche tanti “amici”, in tutte le regioni italiane, nonostante i burocrati del PCI più vicini a Mosca hanno fatto di tutto per offuscarlo (il fenomeno).
@Francesco, Gramsci diceva che è crisi quando il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Credo che siamo in questa fase e Vendola dimostra di essere ancora troppo ancorato al vecchio.
@Salvatore, ti inviterei a rileggere la mia critica perché il tuo commento non entra nel merito e si discosta su altra polemica.
Condensare la storia del PCI in 13 (tredici) righe, come fa Salvatore, mi sembra sinceramente azzardato, ed espone inevitabilmente a generalizzazioni insopportabili. Questa storia cambia tuttora, e cambia perché cambiano le persone. Vendola, ci mancherebbe, ha il diritto costituzionale di ragliare tutte le scemenze che vuole, tanto per offrire un’altra volta il fianco a una destra abbastanza povera di argomenti e programmi da essere costretta a presentarsi ai tg con questa domanda: “ma davvero non avete niente di più serio di cui parlare?”. E noi cosa gli diciamo? Nulla, perché nei tg risponde Vendola, e non noi. Forse dovremmo guardare a queste sortite con l’alzata di spalle che, durante i congressi, si concede agli imbecilli che prendono la parola solo per dare la riprova della loro fama. Perché non ho bisogno di dimostrarlo a Vendola, perché sono fiero di dire “compagno” e “compagna” a chi non è solo un amico. E anche perché di amici e amici degli amici penso possiamo averne anche le palle piene.
@Compagno Giovanni, certo possiamo continuare ad alzare le spalle, e ne avremmo anche ragione. Ma forse a furia di alzare le spalle e non compiere invece un’azione trasformativa che sia anche e soprattutto culturale, mentre da decenni si insegna che comunista è una parolaccia, ci siamo lasciati troppi importanti pezzi indietro.
Arriva il momento, mentre le forze comuniste italiane sono allo stremo, che qualche tirata d’orecchi ci sta pure.
E francamente con questa, per dirla in francese, ha cagato veramente fuori dal vaso.
per me l’aveva già fatta fuori dal vasino in occasione del master ‘ritorno al futuro’ 2009/2010, quando per ‘errori burocratici’ e ‘mancati finanziamenti’ (così si definiscono oggi le false promesse, elargite soprattutto in campagna elettorale) molti giovani rimasero esclusi non per mancanza di volontà e impegno (anche economico e privato), oppure quando affidò la realizzazione del nuovo ospedale ‘san raffaele’ di taranto a don(baciamo-le-mani)verzè, unico ‘aggiudicatario’ convenuto al desco (senza gare appalto etc, ovvio) poichè considerato deus ex machina dell’analogo nosocomio lombardo, quindi inopinabile garanzia di ‘successo’, se e quando realizzato a scapito della conseguente futura chiusura annunciata di due ospedali oggi funzionanti e altre future spiacevoli ‘amenità’ per le comunità pugliesi tutte… mentre chi nolente è costretto già a frequentarlo, vede solo obblighi di partecipazione a trials umani (profumatamente finanziati dalle case farmaceutiche ‘affidatarie’, altrimenti niente marmi stucchi e statue trionfalistiche in sale e corridoi…) pena la non assistenza, frequentazioni di unti-dal-signore, ciellini in odor di mafia, piduisti e loro ‘multiplini’, e caotici ‘traffici’ in quel di via olgettina fronte dimer…
poco male compagna stefania, viviamo nell’epoca del revisionismo socioculturale e della ridistribuzione ‘politica’ dei debiti storici, e già solo definirsi ‘di sinistra’ equivale ad essere ‘sporchi’, ‘coglioni’, ‘infangatori del paese’, di inculcare “ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”, e di passo ‘eversivi’, ‘brigatisti’, ‘cancro’, ‘metastasi’ e ‘senza cervello’… forse per vendola è più infamante essere coerenti e compagni… 😉
patty
@Patrizia, ho letto ieri un bell’articolo su Vita sulla gestione dell’acqu in Puglia e mi sono cascate le bracciia. Ti dico già che come associazione se Don Verzè tenterà lo sbarco in Sardegna non troverà il comitato di accoglienza, e ci sono stati già tentativi ad Olbia.
Solo per puntualizzare.
@Stefania: la mia replica non era solo riferita al tuo post (in cui rispondevo all’ astio esplicito verso la frase di Vendola), ma anche alla replica di aldo (in cui rispondevo alle considerazioni sui crimini) . L’ho pure scritto che rispondevo a entrambi. Il blog è un’ assemblea, non si deve per forza rispondere in toto al messaggio sorgente. Per sofizzare sul tuo post, ti inviterei a fare dei paralleli con Carl Schmitt a 360°, credo che dietro i compagni, compagni burocrati del PCI e dell’ URSS era molto più vivo il concetto di “amico-nemico” che quello di “compagni di tutti i paesi unitevi”. L’ URSS con la paura del nemico è andata avanti per 80 anni a mantenere il suo marcio potere (salvate la grande madre Russa si diceva…che cos è se non un rinchiudersi nei canoni di Schmitt?). Peccato che dietro questa sterile propaganda, si è praticata una sistematica distruzione culturale del popolo e anche fisica del territorio (leggerei se fossi in te Buonanotte, signor Lenin di Terzani). E lo dico da comunista (che non è una parolaccia). Certo, con questo non voglio sembrare pro-USA, che non sono un mio modello e poi si che si andrebbe fuori tema.
@Giovanni lungi da me fare la storia del comunismo in 13 righe. Ho troppo rispetto per la parola, è intrinsecamente importante per essere banalizzata. E’ che quando vai a Berlino e ti fai il percorso del muro, che è circolare, nel senso che hanno recintato il loro stesso popolo come le galline, e se pensi che nel PCI degli anni 60 se dicevi A ti accusavano di frazionismo, venivi espulso e messo alla gogna, ti cadono le braccia.
@ tootsie Credo che confrontarsi e dinamicizzarsi non è revisionismo. Se è vero come è vero che il comunismo è l’ unico orizzonte possibile, non credo che sarà con le forma della falce e martello su sfondo rosso o col volto dei miti del 900, Lenin e Mao in testa.