Pomeriggi vicentini
La luce che illumina Vicenza ormai da un mese, con rare nubi ed intensi spaccati di quel verde brillante prealpino, sconosciuto alla terra di Sardegna, dona agli occhi una quiete insperata, carezze sulla pelle che scaldano di raggi primaverili la tua esistenza ancora straniera; ti sorprendi cogliere percezioni nuove, sassolino per sassolino, sotto la pianta dei piedi, mentre percorri la ghiaia dei Giardini Salvi, a mani in tasca, e sorridi perché nel tuo passo, giunto ripetendosi per le antiche contrade, non c’è fatica.
Tra le anatre che si rincorrono, il “ciacolare”, come dicono da queste parti, di adolescenti giunoniche e il vociare di bambini, noi sediamo, libri alla mano, su un’assolata panchina. Poco distante, pulsa il cuore della città sulle due ruote delle biciclette, che ormai spuntano da ogni angolo, sul leggero contemplare le vetrine dei passanti, sul traffico ordinato e silenzioso del primo pomeriggio, mentre un custode in divisa ricorda che non si può dar da mangiare ai piccioni.
Prima che ci colga l’imbrunire, riprenderemo i vicoli per Santa Croce, calpestando le nostre inquietudini generazionali, dimenticando, per pochi istanti, l’incerto che annichilisce ogni gioia incondizionata. Se mi stringi la mano, sentirò meno l’angoscia del domani. S.C.
Uno scrivere particolare, quasi in punta di penna, in alcuni tratti perfino inusuale oggi, ma tanto vivo quanto profondo e delicato. Coglie attimi, istanti, debitori d’emozioni, parola dopo parola prendono forma gli stati d’animo nelle più variate sfumature. Davanti agli occhi prende forma la vita e le sue vicissitudini.
Come sempre delicata e efficace.
Ciao
Purtroppo ci ha lasciati un grande scrittore Ernesto Sabato argentino di origini italiane.